Museo del costume

 

 

 

Futuro in Arbëria: visioni di donne

Commissione Nazionale Italiana Unesco Festival della Canzone Arbëreshe Frantoio La Molazza Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale Effigi Elva Margariti Ambasciata d'Italia a Tirana Vatra Arbëreshe - Associazione di Coordinamento degli arbëreshë in Piemonte Piana degli Albanesi - Hora e Arbëreshëvet - AmarcordHora Benko Gjata Instaruga

 

Lorik Cana Arbër Agalliu Lello Pagliaro BCC Mediocrati Geri Ballo Calabria on the road Albanesi Calabria Vito Teti Elisa Castellucci Calabria Eventi TGR RAI Calabria Nicola Sica Francesca Olivieri Maura Chegia

 

San Demetrio Corone (Shën Mitri) è uno dei luoghi-chiave per la cultura arbëreshe, con il Collegio che è stato fucina di intellettuali arbëreshë e risorgimentali. Grazie alla mediazione di Francesca Olivieri, sceneggiatrice e regista del film Arberia- a San Demetrio ho incontrato Vicky Macrì, la cui personalità percepisco come ponte vivente fra la tradizione e il futuro.

Mi ha sorpreso il convivere in lei, di due elementi che raramente si trovano nella stessa persona: una profondissima visceralità nel vivere l’appartenenza alla sua cultura e ai suoi riti, e al contempo, la capacità di riflettere in modo abbastanza distaccato, con categorie contemporanee, sul cosa significhi quell’esperienza.

Il nostro dialogo ci ha condotto in un viaggio attraverso i sentieri della religiosità popolare italo-albanese: non per caso scelgo di ritrarla sotto i dipinti di una chiesa. Dal suo racconto, che si appoggia anche a pubblicazioni di studiosi d’Arbëria, risulta un affresco policromo di influenze miste, tra rito bizantino e usanze popolari, una sinfonia in cui suonano note di fede ortodossa, echi pre-cristiani e residui del mondo magico. Sacro e profano danzano in un continuum che non stupirà gli studiosi di antropologia, ma gli altri, forse sì.

Anche gli antichi riti bizantini, infatti, contenevano preghiere contro spiriti maligni, esorcismi, invocazioni di guarigione da ogni male, da sortilegi e malocchi. Il popolo non li ha dimenticati del tutto: ed è così che l'uomo e il divino si incontrano qui, anche attraverso pratiche dal sapore ancestrale. I resoconti di Vicky parlano di un dialogo costante tra vivi e defunti, banchetti in cui le pietanze servite ricordano le anime dei cari passati, luoghi dove il sogno si intreccia con la realtà e il cibo diventa un ponte tra i mondi. Il divino è lì, in ogni gesto e parola anche semplici, ma non casuali.

Con Vicky parlo infine di teatro, ma per una visione completa della sua storia e della sua cultura, rinvio alla lettura del libro Futuro in Arbëria: visioni di donne.

Copyright testo e immagini: Lorenzo Fortunati / Adnexart

Grazie agli sponsor Cooperativa Biosybaris e BCC Mediocrati, grazie alle ambasciate di Albania e Kosovo in Italia, e ai Comuni arbëreshë del Cosentino, per i patrocini.

 

torna all'inizio del contenuto